... e adesso finisco di scrivere la roba *w*
Villa Heisenheim. Isabel, giovane rampolla di una famiglia nobile ormai decaduta, nasce qui, nei pressi della città austriaca di Innsbruck. Suo padre è il conte di un clan ormai allo sbando, con la passione per la birra e la caccia; la moglie, una civettuola donna di città, odia l'uomo che è stata costretta a sposare, gli animali e tutto ciò che fa rumore.
La loro casa è una grande villa fuori città, immersa nel verde. Con loro vivono un manipolo di servitori, due cani da caccia e un cavallo.
Isabel cresce nell'indifferenza totale.
La madre, troppo impegnata a gironzolare da un salotto all'altro, non si cura di lei, lasciandola nelle mani di una vecchia nutrice, la quale però, proprio essendo vecchia, si cura molto poco di lei. Per quanto riguarda il padre, Isabel si chiede a volte se ne ha uno. I servitori si limitano a considerarla una rampolla viziata, e lei odia i loro modi melliflui, palesemente atti a entrare nelle sue grazie. Si limita a ignorare tutto e tutti.
Da questo computo vengono però esclusi i suoi unici amici. Isabel aveva ormai capito che non si trattava di persone vere, o meglio, vive. Sono due bambini che vivono nelle segrete della grande villa. Inizialmente, la temono molto e fuggono da lei; ma col tempo, Isabel diventa loro amica. La ragazza, però, cresce e diventa una giovane donna, mentre i due bambini non mostrano segni di cambiamento. Da questo, ma soprattutto dal sangue da cui sono ricoperti che sembra non venire via, Isabel capisce che ha a che fare con delle creature non-morte.
Isabel passa tutto il suo tempo giocando con loro, prima come loro pari e poi come loro sorella maggiore. Tuttavia, in tutti quegli anni c'è qualcosa che la turba. Conoscendo altri spiriti, all'esterno della tenuta, nota che ogni tanto qualcuno di loro scompare, lasciandosi dietro solo sangue e una sensazione di paura indescrivibile. Ma nemmeno i suoi piccoli amici sanno spiegarle perchè succede.
Questo finchè, una notte d'estate, Isabel non si sveglia all'improvviso. Il cuore le batte all'impazzata e respira affannosamente. Si alza di corsa dal letto con un brutto presentimento, ma dalla finestra non vede nulla di strano. La tenuta sembra tranquilla. Ad est il cielo inizia a tingersi d'argento.
Non è tranquilla comunque. D'istinto s'infila la vestaglia e scende nelle segrete, ma quando mette piede sulla pietra fredda e umidiccia del sotterraneo si maledice per averlo fatto.
Il mostro è enorme e occupa tutto il tunnel. Sembra un grosso dinosauro con la pelle rossastra, ma ha il muso coperto da una maschera a forma di teschio. Dai denti affilatissimi gocciola sangue scarlatto.
Isabel alla fine li vede, a terra. I due bambini. Non dovevano avere più di sette anni, sui loro volti è ancora dipinta un'espressione di terrore e disperazione che le stringe il cuore. Presa dalla rabbia, afferra una trave di legno che il mostro ha divelto e la sbatte sul suo piede, con lo scarso risultato di romperla e finire per terra. Il mostro si volta ringhiando cupamente.
Isabel però dimentica tutto questo. Quando si sveglia, in un deserto sabbioso cosparso di alberi azzurri qua e là, ha come l'impressione di essere sempre stata lì, in quel piacevole fresco notturno, con la sabbia che ti accarezza il corpo. E ha l'impressione di aver sempre avuto quattro lunghe zampe, una forma simile a una grossa gazzella, e una maschera a forma di teschio sul viso.
Alzandosi, è convinta di essersi appena svegliata da un sonnellino pomeridiano fuori programma. Scende dalla duna e va a cacciare qualche piccolo Hollow come stuzzichino, prima di andare nel mondo terreno per la cena.