Una giornata tipo..., Add per AZUMA "Phantom" Reiji

Mattina. Poco prima dell'alba. Un ragazzo, all'apparenza come tanti, che riposa nel suo letto. La porta della camera che si apre, gli occhi del ragazzo che si aprono. Una figura entra silenziosa nella stanza, la mano destra del ragazzo che si serra intorno ad una ben nota impugnatura. Poi improvvisamente, la figura parla, un tono di voce femminile ma secco e distaccato, si rivolge verso il suo "Coinquilino"

Alzati, ci è stato assegnato un lavoro, svelto.

Il ragazzo, mantiene serrata la presa sull'impugnatura in polimeri plastici dell'arma, chiude e riapre gli occhi un paio di volte poi, meccanicamente, si alza dal letto, la pistola ancora in mano, la tiene lunga aderente al corpo mentre si volge verso la sua compagna.

Ein. Itsuki Segawa, un'altra esistenza come la sua. Insieme erano un'unica esistenza che, per lavoro, stroncava le esistenze altrui. Ein, il volto di un angelo che celava le capacità di un assassino. Le sue capacità.

Il ragazzo, Reiji Azuma chiamato "Phantom", assassino della locale Yakuza, nessun ricordo precedente a due anni prima, quando venne rapito e indottrinato alla sua nuova "vita"; la stessa sorte che toccò alla ragazza. Loro non discutevano gli ordini, loro li eseguivano.

Reiji, guardò per una decina di secondi Itsuki, rimise nella fondina dietro la schiena la pistola e, mentre si dirigeva in bagno fece una domanda alla ragazza.

Chi?

Un monosillabo, chiedeva solo quale sarebbe stato il suo bersaglio, le altre informazioni di solito le raccoglievano "sul campo". Itsuki, d'altro canto, entrò nel bagno, come se non fossero un ragazzo ed una ragazza, e rispose all'altro.

Stavolta è diverso, il bersaglio è una ragazza delle superiore, devi accertarti che arrivi sana e salva a scuola e che torni a casa, non devi farti scoprire, è la figlia di uno dei nostri superiori. Troverai una sua foto vicino al porta di casa, il tuo lavoro inizierà alle 07.00. Fatti trovare pronto per quell'ora sotto casa sua.

Il ragazzo assimilava le informazioni in maniera metodica. Diede uno sguardo all'orologio.

Alle 07.00, sono le 05.30, posso anche fare un sopralluogo preliminare.

Si rivolse poi all'altra

Te non vieni?

No

La risposta secca di Itsuki. Reiji non fece altre domande, fece una veloce colazione, controllò la sua arma e, presa la foto della ragazza, la fissò per qualche istante prima di riporla in un tasca interna della giacca; uscendo si rivolse nuovamente alla ragazza, che lo fissava sileniosa dal fondo della stanza.

Ci vediamo dopo.

Il tempo scorre, inesorabile. Reiji attende la sua "protetta". E' strano pensare a lui come ad una guardia del corpo; solitamente lui è quello che le aggira per giungere al suo obiettivo. Obiettivo che stavolta deve proteggere, il resto non conta.

E' ancora presto, uno sguardo all'orologio per vedere, sul display, lampeggiare i caratteri delle 06:45. L'assassino dà un ultimo sguardo alla fotografia del suo bersaglio, in modo tale da non sbagliarsi, poi la ripone nella tasca interna della sua giacca e mette le mano in tasca, il clima non è certo clemente: Freddo e poca illuminazione, il sole sembra proprio che non voglia far visita al mondo quest'oggi.

Il contesto ideale per il mio solito lavoro pensa.

Con l'avvicinarsi dell'ora stabilita inizia a crescere in lui quella sensazione, ben nota a chi è del "mestiere" dell'adrenalina che sale, il piacere della caccia, l'acuirsi dei sensi. Inizia quindi a guardarsi, con molta disinvoltura, intorno, alla ricerca di un probabile nemico, nulla di rilevante risulta ai suoi occhi ben allenati. Improvvisamente, dall'interno della casa che sorveglia, sente una voce, femminile, gioviale.

- Io esco...A dopo! ^^ -

Una porta che si apre. Una figura che esce, Phantom, ben allenato ai lavori di pedinamento, accertata l'identità del bersaglio dalla foto, inizia a camminare, tenendosi a circa una decina di metri, dalla ragazza. Cammina con noncuranza, come se si stesse dirigendo sul posto di lavoro, ma i suoi occhi, nel loro guardare l'ambiente, cercano gli eventuali pericoli per la ragazza. Non una parola, non un suono, i suoi passi, ben distribuiti ed equilibrati, non producono alcun rumore.

...

I lunghi passi di una studentessa delle superiori verso una giornata di normalità. La ragazza prende ad armeggiare con il cellulare che sfila dalla tasca, Reiji continua a seguirla a breve distanza. Il ragazzo si avvicna al bersaglio alla stazione del bus, d'altra parte lei non lo conosce.

Posso permettermi un contatto occasionale

L'attesa alla fermata, che si popola pian piano di pendolari: studenti per lo più, ma anche lavoratori dipendenti che si affannano per giungere in orario in ufficio. Poi un rombo di un motore attira l'attenzione di "Phantom": un ragazzo che cerca di farsi bello con le ragazzine delle superiori con la moto. Nulla di anormale per il ragazzo se non fosse che ha attirato anche l'attenzione della sua protetta.

...

L'assassino si guarda intorno ancora una volta, accertata la normalità della situazione, si risvolta il bavero della giacca, a schermarsi il volto e si dirige verso il tipo in moto, passo regolare, rilassato; le mano sono ancora nelle tasche del giubbotto. Appena arriva sul ciglio del marciapiede, finge di cadere, in direzione del motociclista, tentando, atterrando la motocicletta, di metterlo in ridicolo e di farlo allontanare.

Un ragazzo che inciampa, cade addosso ad una moto che rovina a terra portandosi dietro il padrone.

Il motociclista impreca verso Reiji, è infuriato. In quel mentre, nella totale indifferenza della folla, sopraggiunge l'autobus. Il momento diventa delicato, Phantom non può permettersi di perdere tempo con un bullo da strada.

Mettiamo un pò di gente in mezzo

Si rialza, ignora le proteste del centauro e si dirige come se non fosse accaduto nulla, verso il pullman, affretta leggermente il passo, frappone fra se ed il motociclista un paio di persone, rimanendo sempre dietro alla ragazza da proteggere. Si dirige verso la salita del bus, ma mantiene comunque i muscoli contratti, l'attenzione rivolta all'ambiente circostante.

Reiji si stà allontanando, quando sente una mano che lo prende per la spalla, lo trattiene, mentre vede l'autobus che parte, la sua protetta a bordo. Un lampo omicida balena nei suoi occhi.

- Ora me la paghi - Gli dice il motociclista.

No, ora tu muori. Gli risponde con un sussurro l'assassino, mentre tenta di dargli una ginocchiata alla bocca dello stomaco gli si getta contro, estrae di nascosto la sua pistola e gliela appoggia allo stomaco. I suoi movimenti sono meccanici, dettati dall'esperienza. Sul suo volto lo sguardo è, come al solito, privo di ogni emozione, il tono di voce è freddo.

A meno che non sparisci da qui, ora ed a piedi.-

Se la minaccia andrà a buon fine prenderà la moto e seguirà il bus, altrimenti, usando il corpo del motociclista per attutire il rumore del colpo, gli spara, appoggia il corpo seduto alla fermata dell'autobus e prende la moto per seguire il bus.

Il bullo si rivela essere quello che in fondo è: un vigliacco buono a nulla. Reiji, mentre rinfondera senza farsi vedere la sua PX4, continua a guardarlo allontanarsi per qualche secondo, poi si volta e raggiunge la motocicletta. La rialza, infila la chiave nel quadro, la gira, mette in moto e... la marcia non ingrana. Probabilmente si sarà incastrato qualcosa con la caduta. un lieve moto di stizza vince l'assassino, che tira un pugno sul serbatoio della moto.

Maledizione, non ho tempo da perdere qui, devo raggiungere quel bus a qualsiasi costo.

Scende dalla moto e prova a tirare un paio di calci al cambio, deve provocare dei danni alla fiancata della moto che siano credibili. Una volta compiuta l'opera posiziona la moto in mezzo alla strada, si finge ferito zoppicante, in attesa di un'automobile o di un qualsiasi altro mezzo di trasporto che passi.

Appena si fermerà qualcuno per chiedermi come stò mi avvicinerò al mezzo, poi tenterò di tramortirlo con il calcio della pistola e gli prenderò il mezzo. Solo che deve passare in fretta.

La scena è pronta, una moto a terra, piena di graffi, un ragazzo, zoppicante e con la mano destra stretta al fianco, che arranca in mezzo la corsia...

Presto...

Dopo qualche minuto, un'automobile, sportiva, color giallo, si ferma per prestare aiuto al "ragazzo ferito" che, dopo averlo tramortito, lo posiziona di fianco la moto, per poi salire in macchina.

Phantom è addestrato anche nella guida, ma un'auto del genere non l'ha mai guidata.

Non devo perdere tempo pensa mentre controlla l'orario sull'orologio.

Mette in moto il bolide e parte sgommando, dirigendosi verso la stazione ferroviaria.

Nel caso in cui arrivasse in tempo per prendere il treno lascerà l'auto e salirà sul mezzo pubblico. Nel frattempo, sfreccia nel traffico, guidato dall'istinto e dai suoi riflessi allenati, senza mostrare alcuna emozione, con lo sguardo fisso avanti a se.