ESAMINARE, Add. per Mirage

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AliceTheBest
view post Posted on 27/6/2011, 10:32




Narrato
Parlato
*Pensato*
Parlato Altri



PNG: MAYURI KUROTSUCHI, CAPITANO 12' DIVISIONE.

Non era una bella giornata. Non avevo dormito per tutta la notte perchè ero troppo occupato con i miei esperimenti. ma io non avevo bisogno di dormire. Solo che, di nuovo, questi idioti che lavorano per me, avevano disordinato tutto e si erano addormentati sui macchinari. Feci un respiro profondo, pronto a svegliare tutti con una bella sgridata, quando, di colpo, mi fermai. Sulla scrivania c'era una lettera bianca legata da un nastro rosso, nelle mani di un insulso ragazzino. La presi e la lessi. Avrei preferito non farlo!

Capitano della 12 divisione, Mayuri Kurotsuchi, per l'impossibilità degli altri Capitani e Tenenti la preghiamo di andare ad addestrare una nuova recluta. Saluti.


Diceva la lettera. Di seguito c'era allegata la scheda personale di questo neo-shinigami. Un ghigno mi rigò il volto. Era sempre stato il mio sogno! Desideravo ardentemente fare degli esperimenti su quella strana volpe-cane del capitano Komamura, ma ora era tutto diverso. C'era un'altra sottospecie di animale che potevo benissimo tenere d'occhio inserendo nella mia compagnia! Facevo fare tutto quello che volevo a tutti quelli che volevo, e lei, sarebbe stata una mia cavia da esperimento. Certo, non potevo nè esaminarla subito, nè lasciarmi sfuggire un'occasione del genere. Con il tempo, dopo che lei avrà appreso il suo shikai, e il suo bankai, forse sarei riuscita a capire di più di questi strani animali che ogni tanto comparivano. E' una cosa che mi sono sempre chiesto. Ma com'è possibile che ci siano degli animali? Come possono nascere delle creature così strane? In fondo sono umani anche loro. Noi shinigami siamo umani. Io sono umano.

Ebbi un flash per poter esaminare già da subito quella strana gatta-umana senza farmi beccare da quelli delle altre divisioni. Intanto scelsi un posto totalmente diverso da quello in cui si allenavano di solito le nuove reclute: il campo sperimentale. Già, era il mio campo di esperimenti semi-segreto. Nessuno ci andava, se non quelli della mia squadra. Avevano tutti paura che esplodesse qualcosa, che era la cosa più interessante che potesse succedere! Non capivano proprio nulla, sempre presi dalle loro spade e a combattere hollow. Le feci arrivare una lettera con scritto che il luogo di addestramento era cambiato.
Comunque presi degli strumenti dal mio armadio in laboratorio: 5 bocce di colore diverso, ovviamente con ognuna un effetto diverso. Blu, verde, rossa, gialla e viola. Le misi in una delle tasche interne della mia divisa. Poi presi altre 6 boccette, anche queste ognuna con un effetto diverso, ma di colore tutte uguale: grigio.

Mi avviai verso il luogo stabilito con molta calma. Anche se ero in ritardo, era lei che doveva aspettare me e potevo arrivare all'orario che volevo. Andai con molta calma, anche perchè non mi piaceva fare le cose di fretta, anche se questo caso era particolarmente interessante per me. *Chissà se è come me l'aspetto io* pensai mentre ero quasi arrivato al campo sperimentale. Arrivai. Quella sottospecie di gatta era già là, proprio al centro del campo.
Mi avvicinai a lei.

Capitano della 12 divisione, Mayuri Kurotsuchi. Sono qui per addestrarti.

Dissi con un bel ghigno finale. Poi aspettai che dicesse o facesse qualcosa.

:mayu:

Allora, qui comincia il tuo addestramento ^^ Non usare abbreviazioni e ricordati che non devi ammazzare l'avversario (anche perchè non ce la faresti) ma devi solamente combattere, e cercare di fare mosse intelligenti xD Ricordati che stai combattendo con un capitano, quindi non cercare di fare il figo (anche perchè è già tanto se riesci a stare in piedi davanti a lui) xD (Non so se mi spiego). Se fai un attacco di kido metti il codice dell'attacco infondo al post (Così dovrai fare in qualsiasi ruolata). Credo di aver detto tutto ^^
Buona fortuna!
 
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view post Posted on 27/6/2011, 13:48
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Posso fare un appunto? Mirage è simile una Kitsune (demone-volpe che assume connotati di donna), non ad una Nekomusume (demone-gatto che assume connotati di donna)


CITAZIONE
Narrato
"Parlato"
Scheda Mirage



Uno...due...tre...quattro...

Il suono di una goccia d’acqua ripetuta nell’infinità dello spazio, scandiva incessantemente il silente fluttuare del tempo in quella dimensione incostante, rendendola partecipe di quello scivolare sabbioso che aveva la capacità di togliere forze e vita a tante cose… O almeno l’aveva fatto nel momento in cui il suo corpo ancora vagava sulla terra. Ora non era più lei, non era più niente…

Cinque...sei...sette...otto...


Ricoperta dai minuti che passavano, immobile, seduta contro il muro del laboratorio come una marmorea effigie, quasi avesse scorto il viso mortalmente avvenente di una Gorgone; la particolare Shinigami non accennava a muovere un solo muscolo e si lasciava pervadere dalla calma dirompente suono dell’acqua che scorreva, la nodachi appoggiata dolcemente contro la spalla.
Già...i secondi...quel suo visetto di porcellana inattaccabile aveva visto una quantità immane di quei minuscoli, insignificanti secondi, con una cifra che poteva contare almeno qualche zero...un bel numero se si pensava in piccolo, ed ancora sarebbe salito se ancora più in piccolo si voleva andare ad osservare, andando persino a disturbare gli infinitesimali decimi, centesimi e millesimi.
Lei non sarebbe avvizzita come un qualsiasi frutto, rimanendo sempre soda ed acerba similare ad una melina verde, più consona ad un soprammobile di bell'aspetto che ad un qualcosa di vivo e commestibile. Non che volesse risultare come il pasto prediletto di qualche d'uno, ma certo voleva un pò più d'umanità per quelle sue spoglie così innaturali.

Nove...dieci...undici...dodici...

Un brivido parve scuoterla, mentre le iridi eterocromiche si ravvivarono cercando insistentemente il rumore di quella goccia infinita: non la trovò, com’era giusto che fosse. E nell’istante stesso in cui s’accorse che il ticchettio era solo frutto della sua sfrenata immaginazione, lo scandire temporale dell’acqua cessò di colpo, lasciandola sola nel vuoto di quella stanza d’allenamento davvero inusuale.
Si sentì spaesata, sgomenta, ancora troppo scossa per riuscire a comprendere quello che stava realmente accadendo; eppure il lieve peso della lama a due mani la rincuorò, sentendo nella sua testa l’eterno ago della malattia pungolarle il cervello. Sapeva che Banshee non l’avrebbe mai abbandonata, che solo su di lei poteva realmente contare e fare affidamento per poter rimanere in vita… soprattutto quel giorno.

Nell’ultimo periodo la malattia doveva aver stretto con maggior vigore la sua presa, in quanto spesso il suo corpo pareva non risponderle, rifiutandosi di eseguire qualsiasi suo comando, anche basilare. Che fare se d’improvviso il suo guscio non avesse più risposto alla sua mente? Sarebbe caduta… ma poi si sarebbe certo rialzata. Era questo che la distingueva da tanti fantocci senza anima: per quanto lei fosse debole e debilitata, abbattuta dalla malattia nel corpo e nello spirito, lei si sarebbe sempre rialzata. Non lo faceva per se stessa- forse solo in minima parte- bensì per la memoria del defunto fratello.

Eppure, nonostante credesse nelle sue capacità e nella totale assenza di terrore verso la morte, era agitata e preoccupata: doveva per forza passare questa nuova sfida che la vita le metteva innanzi ai piedi… doveva scavalcare l’ennesimo muro del destino. Spontaneamente un orecchio volpino si mosse, come un radar che intercetta un pericolo, percepì la giunta di una nuova presenza: il quantitativo di reiatsu era imponente, tipico di un capitano, ma questo già lo sapeva. Nella missiva ricevuta aveva avuto modo di scoprire a quale esaminatore era stata assegnata… nulla di buono. Tra 26 Shinigami, divisi in 13 Capitani e 13 Luogotenenti- o comunque giù di lì- le era stato aggiudicato il capitano della 12° Brigata: Mayuri Kurotsuchi. Non era un bene, visto che la sua sete di conoscenza poteva essere uno svantaggio vista la sua ‘particolare’ natura.

Con il rispetto dovuto ad un personaggio della sua risma, si rimise in piedi spolverando con cura lo yukata nero, da cui spuntava l’ormai conosciuta coda di volpe. La nodachi riprese posto alle spalle delle giovane Shinigami, mentre da sotto i capelli nivei di quest’ultima spuntava la lunga tsuka intrecciata. Non era molto diversa da ogni altro suo compagno, tranne per quei minuscoli particolari che la contraddistinguevano, inevitabilmente. Non era stato facile per lei ambientarsi in quel corpo… ma non aveva avuto altra scelta.

Si fece avanti una volta che il particolare Shinigami si fu presentato a dovere e, dopo un marziale inchino del solo busto, rispose con altrettanta falsa enfasi al superiore:

“Yoku todoita, Sencho Kurotsuchi. La ringrazio d'aver accettato la mia richiesta d'addestramento”

I convenevoli non erano certo il suo forte, ma sapeva che maschera mettere per adulare e incantare, ottima strategia per studiare il proprio nemico.
 
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view post Posted on 27/6/2011, 14:28




“Yoku todoita, Sencho Kurotsuchi. La ringrazio d'aver accettato la mia richiesta d'addestramento”

Feci un ghigno per quelle parole che quella creatura aveva sputato dalla bocca. Non amavo i convenevoli, nè tanto meno le presentazioni. Come se fosse stata una mia scelta addestrare questa neo-shinigami. In parte era vero perchè la mia incessante voglia di studiare nuove forme di vita era troppo forte, una voglia fenetica di dividere ogni organismo al minimo possibile per poter scoprire ogni segreto, ogni mistero presente nel suo corpo e nella sua anima. purtroppo con le persone non si poteva fare. L'idea di aprire in due quella sottospecie di volpe non mi suonava male, ma uccidere un altro shinigami era un reato, e purtroppo non potevo farci nulla.

Non sembrava aver paura di me, eppure ero uno dei Capitani che nessuno vorrebbe mai incontrare nella propria vita. Mi vedevano tutti come una specie di mostro, una specie di macchina costruita al di fuori di un uomo. Era vero, ma io ero una di quelle persone a cui non interessava minimamente l'opinione degli altri. Ero un capitano e di certo non mi sarei fatto prendere troppo da una cosa insignificante come quella che avevo davanti, la cui energia nemmeno si percepiva. però dentro di lei c'era qualcosa di strano, qualcosa di intrigante. Era inusuale infondo vedere degli shinigami così singolari, e il capitano Komamura ne è un esempio. Io stesso non venivo preso come un essere di forma umana. Eppure è sotto la maschera che si nasconde la vera natura delle persone.

Rimasi un po' di minuti in silenzio, a camminare attorno a quella strana donna-volpe. la sua pelle era bianca come se non le circolasse il sangue, le sue orecchie captavano ogni singolo rumore, i suoi occhi erano di colore diverso, i capelli di un colore irreale e una coda volpina. Tutto, fuorchè umana. Magra, troppo magra per poter tenere un combattimento di forza contro qualche shinigami dell'altro sesso. ma io non mi facevo di certo ingannare dalle apparenze. Il suo spirito era simile al mio come consistenza, vedevo una nube grigia e nera al suo interno: forse un potere demoniaco, forse solo confusione al suo interno. Era normale, dato che era una piccola recluta.

Mi fermai poi davanti a lei. Sembrava persa nel vuoto, sembrava che non stesse pensando a nulla.
Intanto delle nuvole oscurarono il cielo. Guardai in alto: stava per piovere. Pioggia, perfetto momento per addestrare una nuova recluta. Il temporale era adatto perchè si vedeva subito la capacità di un vero combattente in qualsiasi condizione atmosferica. Qui nella Soul Society non pioveva quasi mai, e quando lo faceva era di una bellezza incredibile. Riuscivo sempre ad apprezzare le piccole cose, anche se non lo davo a vedere.

Ad un certo punto tirai fuori dalla tasca sinistra della mia veste un taccuino. Mi misi a scrivere con la punta della mia unghia delle note e degli accorgimenti su questa piccola donna-volpe. Non lo misi via, e lo tenni in mano. Poi mi rivolsi alla ragazza:

Non mi interessa perchè vuoi diventare shinigami, non mi interessa se sei abile con la spada o con il kido. Mi interessi tu in generale. Come saprai dalla fama che mi precede, ho sete di conoscenza. Desidero ardentemente studiarti e quando avrò finito qui con te tu ti unirai alla mia squadra.

Detto questo mi girai e andai verso un tavolo che era pochi metri distante da noi. Posizionai le boccette che avevo portato via con me, ma solo quelle colorate. Quelle grigie le tenni dentro alle mie tasche perchè mi sarebbero servite successivamente. In quel momento stavo dando le spalle alla ragazza; non mi preoccupavo di un attacco, non avrebbe avuto le palle, e si sarebbe solo fatta del male. Per lei avevo in mente qualcosa di speciale.
Abbassai la mia reiatsu il più che potevo per potermi avvicinare abbastanza a lei senza farla svenire per l'intensità dell'energia. Inoltre la mia reiatsu era anche macchiata da veleni e dalle tenebre, non era saggio avicinarsi troppo a me senza sapere quasi nulla, soprattutto per una recluta che non aveva mai avuto esperienza nel combattimento.

Così mi avvicinai. Ad ogni passo un "toc" risuonava mentre calpestavo il terreno umido. La pioggia cominciò a cadere lentamente. Io mi avvicinavo sempre di più. Non mi piaceva molto difendermi e quindi attaccai per primo, cosa che in teoria un Capitano non avrebbe mai fatto. Quindi mi fermai a 50 centimetri di distanza da quella ragazza e velocissimamente tirai un fendente nella spalla della stessa. Ritirai la mia zampakuto e la rinfoderai. Sangue, si stava spargendo nell'erba e gli dava un colore brillante. La pioggia faceva scivolare le goccioline rosse sul corpo di quella neo-shinigami.

Non l'avevo fatto per cattiveria di colpirla, ma perchè volevo vedere come se la cavava con i miei giochetti. Lo sanno tutti che sono perfido e crudele, ed era per questo che ero venuto in questo luogo ad addestrarla, così non avrei avuto problemi a condurre il mio tipo di addestramento.
La guardai e le parlai di nuovo:

Ti do la possibilità di curarti. Vedi quelle bocce? Solo 2 tra quelle 5 avranno il potere di curare del tutto la tua ferita, le altre ti uccideranno.

Le dissi. Attesi che lei facesse qualcosa.
 
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Scrutare... Soppesare... Interrogare... Agire...

Erano queste le quattro parole chiave che contraddistinguevano quel capitano. Normale routine per uno scienziato e studioso; per persone simili la normalità o le cose comuni non esistevano, in quanto ogni forma di vita o meno proteva rivenire un 'caso raro' che avrebbe elevato senza sforzo alcuno il loro genio. L'orgoglio e la sadicità di questi personaggi si riassumeva nel loro smodato interesse per tutto ciò che cammina e respira, riponendo le loro speranze nella possibilità di innalzare il loro nome a vertici colossali, ignorando il semplice sviluppo delle cose.

Anche lo Shinigami innanzi a lei non differiva in alcun modo dalla previa descrizione, se non per quell'unica regola che lo soverchiava e costringeva a soffocare il suo istinto di sezionamento e studio: nessuno Shinigami doveva in alcun modo togliere la vita ad un suo pari e compagno. Almeno verso questa prospettiva era salva, ma non era certa sarebbe bastato a far di lei la cavia perfetta per ogni maniaco cervellotico.

Si mantenne calma, la mente sgombra da qualsiasi pensiero, chetando l'animo in subbuglio che pareva voler ledere quella sua imponente serenità. Non aveva più paura, aspettava la morte con la consapevolezza di chi è vissuto a lungo e felicemente... anche se per lei non era la medesima situazione.

Gli occhi eterocromi rimasero fissi su un punto non ben definito sulla parete innanzi a lei, mentre lo Shinigami d'alto rango le si muoveva attorno, scrutandola come un animale da circo. Forse, se avesse fatto pagare un biglietto ne avrebbe ricavato qualcosa di buono; invece le toccava stare lì, immobile a farsi guardare da quell'uomo, annoiata dalla situazione.

Mirage levò gli occhi al cielo, in un gesto sarcastico di ringraziamento verso le divinità, quando il capitano si fu arrestato nuovamente innanzi a lei. Fu allora che scoprì un cielo greve sopra le loro teste, gravido e minaccioso, un cumulo di nere cagne affamate e mai sazie che parevano voler inglobare nei loro ventri rigonfi la terra sottostante. La pioggia le piaceva, le ricordava il giardino macabro di Banshee, quando quest'ultimo lo annaffiava con sangue e urina. Un lieve sorriso le si dipinse sulle labbra sottili. La pioggia non era male e l'aiutava a concentrarsi meglio, nonchè rendeva più semplice l'individuazione di ostacoli o nemici.

Riportò la sua attenzione sullo Shinigami quando questi le si rivolse, affiancato ad un tavolo su cui aveva posato alcune fialette dai colori sgargianti. Un sottile sopracciglio si sollevò inevitabilmente, mentre si chiedeva che cosa stesse facendo, ora, quello Shinigami; non sarebbe stato male combattere, ma se il capitano preferiva giocare lei non si sarebbe tirata indietro.

Sfortunatamente non aveva previsto la possibile reazione dell'uomo, che l'aveva colta di sprovvista: si rese pienamente conto di quello che stava accadendo solamente quando la lama della divinità della morte scivolò fuori dalla ferita infertale alla spalla. Un dolore caldo ed intenso dilagò nel suo braccio, irradiandosi dalla ferita sul suo arto; non era male e le donava una sensazione quasi vitale, mentre il sangue scarlatto le correva tra le dita, ricadendo a terra in perle di corallo. Non fiatò, non gemette... semplicemente si portò una mano all'arto lesionato, mentre una leggera smorfia le si disegnò sui lineamenti giovani.

Lo shinigami le offrì una cura, nascosta fra le splendenti boccettine disposte in fila ordinatamente, ora bagnate dalle goccie di pioggia che rotolavano giù dal cielo gonfio; la informò, anche, della presenza di un veleno tra quei cinque contenitori... tre per l'esattezza. Un sorriso sornione si dipinse sul volto della donna: ora toccava a lei muovere le pedine.

Con passo cadenzato accorciò la distanza tra lei ed il tavolo, soppeso con cura ogni fialetta, esaminando il colore e la vischiosità del liquido; sino a quando non si sentì in vena di rispondere a tale offerta:

"Non mi date molte possibilità, tensho. Ma conosco bene le leggi degli Shinigami, e tra divinità della morte non ci si può uccidere. Se anche prendessi uno dei suoi veleni, di certo lei mi somministrerebbe l'antidoto." ipotizzò ella, passando ancora una volta in rassegna le ampolle con lo sguardo "Ma potrebbe anche non farlo. La morte non mi spaventa e nemmeno affrontarla ferita. Il mio destino si compirà comunque."

Detto questo estrasse la nodachi celermente, fendendo in orizzontale il piano del tavolo: vetro e liquidi colorati si infransero sulla lama in un gioco caleidoscopico, insieme alle gocce di pioggia incolore. Aveva fatto la sua mossa... ora toccava all'avversario.
 
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view post Posted on 27/6/2011, 17:21




La ragazza si diresse verso il tavolo con sopra le boccette. Era ferita anche gravemente visto che la mia spada l'aveva trafitta da una parte all'altra, ma lei sembrava non accorgersi nemmeno di essersi fatta male. Non emetteva un suono, solo un ghigno di dolore le si dipinse sul viso.
Incoscientemente ruppe il tavolo. Era una sfida nei miei confronti. Di certo non avrei combattuto contro una ragazza ferita in quel modo, a cui non importava nulla se vivere o morire.
Guardai in aria e sorrisi. Poi fissai la ragazza ascoltando le sue parole.

"Non mi date molte possibilità, tensho. Ma conosco bene le leggi degli Shinigami, e tra divinità della morte non ci si può uccidere. Se anche prendessi uno dei suoi veleni, di certo lei mi somministrerebbe l'antidoto." ... "Ma potrebbe anche non farlo. La morte non mi spaventa e nemmeno affrontarla ferita. Il mio destino si compirà comunque."

Che ragazza arrogante. Ma chi si crede di essere? Stava già cominciando a darmi sui nervi anche se prendersela per una nullità come questa non avrebbe avuto senso. E poi volevo studiarla, anche se mi avesse fatto incazzare.
Nonostante la piggia e quella stupida bambina che cercava di farsi grande sfidando il proprio Capitano, rimasi lì, a fissarla, senza fare più nulla. Poi le parlai.

Sei molto stupida sai?! Non dovresti sfidare così un tuo superiore, che sia di un grado in più del tuo o un Capitano. E nelle tue condizioni di certo non sei in grado di sostenere un addestramento. Anche se io abbassassi la mia reiatsu al limite delle mie possibilità, finirei per ucciderti lo stesso.

Dissi facendo un sospiro.

Comunque non accettare un offerta di un Capitano è proprio da villani. Non so chi tu ti creda di essere, ma abbassa la cresta volpe. La cosa che più mi ha dato fastidio è che la morte non ti spaventa. Beh, ti dico subito che invece devi avere paura. Devi tenere alla tua vita perchè sennò puoi anche andartene da qui. Se combatti senza paura della morte, combatti per questa. Persino io tengo alla mia vita, come qualsiasi shinigami, uomo, animale o esperimento. Tutti lottano per la propria sopravvivenza e tutti hanno uno scopo. Come fai a raggiungere il tuo scopo se non ti interessa nemmeno se vivere o morire?!

Per un attimo rimasi in silenzio. Mi annoiava parlare, ma era meglio mettere subito le cose in chiaro. Non avrei combattutto con una persona ferita, nè con una che pensava una cosa del genere. Anche se voleva farsi vedere forte e che si rialzava sempre dopo una ferita, quello che ha fatto vedere a me era solo arroganza.

Non ho intenzione di allenarti se non segui le mie regole. non ti preoccupare, ti farò fare tutte quelle cavolate con la spada e kido, ma devi fare quello che ti dico io. Hai una spalla che sanguina e io posso anche lasciarti qui a morire perchè non mi interessa molto di te, quindi se vuoi vivere e se vuoi diventare shinigami, deciditi in fretta. Anche se io volessi farti shinigami solo per studiarti, devo comunque vedere le tue capacità con la spada. ma se tu non vuoi seguire il mio addestramento, allora vattene.

Le dissi guardandola mentre la sua spalla ancora sanguinava. Poi cominciai a camminare per andarmene. Se aveva davvero un motivo per combattere ed essere una shinigami, di certo non avrebbe rinunciato a fare questo addestramento. E se questa stupida ragazzina non faceva come volevo io, allora se ne poteva anche andare. Sono io che decido che tipo di addestramento fare, non lei. Continuai a camminare mentre pensavo agli affari miei.
 
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view post Posted on 28/6/2011, 09:21
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Ci fu un momento di stallo: le due figure degli Shinigami rimasero immote come sculture di cattedrali dimenticate sotto la pioggia. Il capitano squadrava la nuova recluta con sguardo alterato, mentre quest'ultima, la spada ancora tra le mani, osservava come la pioggia mescesse e lavasse i vetri ed i colori. Quella stessa acqua che fluiva sulla lama della spada e che le imperlava il viso ed il vello delle orecchie e della coda, rendendo i suoi capelli simili a chete aspidi albine.

Ognuno concentrato sui propri pensieri ed elucubrazioni, entrambi persi nei cunicoli oscuri delle proprie menti. Lo shinigami si interrogava su quanto la sua ira avrebbe influito sulla sua voglia di apprendere, mentre la fanciulla guerriera dall'aspetto di volpe si domandò, solo allora, se la sua fosse stata una mossa saggia. Sfortunatamente non poteva vedere cos’avrebbe portato in futuro il suo gesto, e nemmeno riavvolgere il tempo, un rewind improvviso per tornare al momento in cui decideva il da farsi. Calmò la mente in subbuglio: il suo punto debole stava proprio nell'incapacità di prevedere, affidandosi completamente al destino ed alla strada segnata... ma spesso si era trovata a dubitare di questo percorso.

CITAZIONE
Sei molto stupida sai?! Non dovresti sfidare così un tuo superiore, che sia di un grado in più del tuo o un Capitano. E nelle tue condizioni di certo non sei in grado di sostenere un addestramento. Anche se io abbassassi la mia reiatsu al limite delle mie possibilità, finirei per ucciderti lo stesso.

[...]
Comunque non accettare un offerta di un Capitano è proprio da villani. Non so chi tu ti creda di essere, ma abbassa la cresta volpe. La cosa che più mi ha dato fastidio è che la morte non ti spaventa. Beh, ti dico subito che invece devi avere paura. Devi tenere alla tua vita perchè sennò puoi anche andartene da qui. Se combatti senza paura della morte, combatti per questa. Persino io tengo alla mia vita, come qualsiasi shinigami, uomo, animale o esperimento. Tutti lottano per la propria sopravvivenza e tutti hanno uno scopo. Come fai a raggiungere il tuo scopo se non ti interessa nemmeno se vivere o morire?!

Le parole che l'uomo le rivolse non la toccarono nemmeno. Lei aveva le sue buone- o pessime- ragioni per combattere, e certo non doveva e voleva palesarle a quell'uomo, anche se suo capitano. Ognuno combatte per qualcosa... un sogno, un desiderio, per la memoria di qualcuno... lei aveva qualcosa per cui combattere, con o senza paura della morte.

"La stupidità non si misura dalle scelte che facciamo, tensho. Ed allo stesso tempo non sfido la vostra autorità, anzi la rispetto e vi elevo come guida nel mio percorso. Inoltre accettare un aiuto è come accettare un consiglio: in entrambi i casi si può anche decidere di non avvalersene. La villanità è ben altro sfoggio di maleducazione." prese un profondo respiro per poi continuare "La risposta è semplice, quasi banale: non credo nelle coincidenze, solo nell'inevitabile. E questo mi porta a non aver timore della morte: se il mio destino è quello di perire su questo campo, mi sta bene... io ho fatto il mio dovere nell'universo, e posso dire 'c'ho provato, ho fatto del mio meglio'."


Concisa, seria e inattaccabile. Aveva detto tutto ed allo stesso tempo non si era scoperta troppo. Ognuno aveva i propri segreti, ed anche se era un capitano a domandarle di rivelarli, lei sarebbe rimasta comunque più fedele al suo cuore.

CITAZIONE
Non ho intenzione di allenarti se non segui le mie regole. non ti preoccupare, ti farò fare tutte quelle cavolate con la spada e kido, ma devi fare quello che ti dico io. Hai una spalla che sanguina e io posso anche lasciarti qui a morire perchè non mi interessa molto di te, quindi se vuoi vivere e se vuoi diventare shinigami, deciditi in fretta. Anche se io volessi farti shinigami solo per studiarti, devo comunque vedere le tue capacità con la spada. ma se tu non vuoi seguire il mio addestramento, allora vattene.

L'osservò mentre le dava le spalle e si accingeva a lasciare l'area d'allenamento, con la seria intenzione di non darle più retta e lasciare che se la sbrigasse da sola. Un lieve ghignò le si palesò in viso, mentre con movimenti celeri ed accorti ruppe un lembo dello yukata per farne una fasciatura alla spalla. La strinse in modo che il sangue fermasse il suo fluire, constatando che la lama del capitano non aveva leso alcun organo, solo qualche muscolo e della pelle.

"Quello che mi gira le spalle per andarsene è lei, tensho. Io sono qui che decido del mio futuro, ed attendo inevitabilmente lei. E' sicuro che non sia lei che getta la spugna?" Una frase azzardata, detta con un tono di voce incolore, che non lasciava repliche e che non voleva essere una sfida. Rimase silente per qualche attimo prima di riprendere:

"Può il fiume divenire fuoco, anche se viene imbrigliato negli argini? No, è e rimane acqua, anche se la mano dell'uomo lo piega al suo volere. Non posso cambiare ciò che sono, venerabile tensho, e nemmeno lei può. Diventerò una Shinigami con le sue regole, ma questo non cambierà il mio modo di essere e nemmeno quello di agire."
 
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view post Posted on 28/6/2011, 10:15




Ok io finisco qui. Hai un'ottima capacità di scrittura. Ovviamente non credo ti serva che ti ricordi che un altro Capitano o una persona facilmente irritabile non esiterebbe ad ucciderti dopo una sfida del genere. Comunque è giusto tenere la propria personalità ben stretta. Non ho nemmeno bisogno di "testare" le abilità con spada e kido perchè anche queste dipendono comunque dal modo in cui si scrive. Quello che ti manca è solo un po' di esperienza nel combattere. Ti consiglio di fare qualche scontro con qualcuno di attualmente libero nella Soul Society e di non divulgarti troppo sulla descrizione delle cose e dei sentimenti (che va comunque bene) ma nel descrivere meglio le tue azioni, perchè alla fine sono quelle che contano di più.

Ti ricordi di aprire il tuo alloggio in "Gotei 13" e di modificare la tua scheda con "Recluta 12' divisione".

Buon divertimento ^_^
 
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