Alloggio Mirage, 12° Brigata

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view post Posted on 28/6/2011, 14:22
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Non era andata tanto male la sua accettazione all'interno della 12° Brigata: aveva semplicemente avuto un deleterio scambio di opinioni con il suo capitano, riportando solamente una ferita da affondo alla spalla. Le doleva, era chiaro, ma questo non le impediva certo di non sentirsi appagata ed esultante: ora aveva un posto all'interno della cerchia degli dei della morte, e, anche se ancora di rango inferiore, ben presto avrebbe asceso la lunga scalinata che l'avrebbe portata sino al vertice.

Il suono dei geta sul liscio legno chiaro della veranda, su cui davano gli alloggi degli Shinigami, si rincorreva in un eco profondo e quasi divertito, fondendosi con maestria al suono della pioggia battente. La Shinigami continuò a seguire in silenzio il compagno che la precedeva, nonostante i suoi occhi e la sua attenzione fossero irrimediabilmente persi nel movimento verticale delle goccioline, insieme al suono prodotto dalla loro caduta.

Nessuno poteva sentirle... nessuno riusciva a percepire cosa si celasse nel semplice rumore scaturito dalla pioggia... nessuno riusciva a far sua la nenia disperata di quella storia naturale. Lei poteva sentire ogni cosa: l'attrito dell'aria sulla superficie rotondeggiante delle piccole sfere in caduta, simile ad un sibilo che fende l'aere; le continue esplosioni delle gocce che terminavano la loro corsa al suolo, miliardi di bombe minuscole.

"Può apparir insignificante una goccia d'acqua presa in solitudine, tanto effimera da essere schernita... ma una volta che una goccia si unisce ad altre tutto si piega e piange." soffiò ella con malinconia.

"Cosa?" chiese di rimando lo shinigami, girando di poco la testa per guardarla. La shinigami scosse la testa.

Si fermarono ben presto davanti ai classici fusuma, mentre lo Shinigami accompagnatore si dileguò dopo averle dato qualche dritta ed averle augurato buona fortuna. Lei non credeva nella fortuna... non ci aveva mai creduto e non avrebbe certo iniziato in quel momento.

La stanza era spoglia, ma sapeva che ben presto sarebbe divenuta unicamente sua in tutti i particolari; le sue cose erano state riposte accanto alla porta, appoggiate alla benemeglio. Mirage prese a sistemare le sue uniformi ed i pochi abiti che possedeva all'interno dell'armadio a muro, constatando che il futon era nuovo e ben sistemato. Su un lungo tavolo poggiato contro una parete prese a sistemare i suoi oggetti, da particolari ampolle, becher ed attrezzi strambi, a quaderni rilegati e fogli sparsi.

Una volta che il luogo ebbe assunto un aspetto più consono alle sue aspettative aprì completamente i fusuma e spinse il basso tavolino ed i cuscini vicini alla porta. Una volta seduta prese ad osservare pacificamente la pioggia.
 
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view post Posted on 29/6/2011, 12:40
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Creazione Oggetto n°1
Shitodome kanagu no chishiki
(Shitodome Kanagu della Conoscenza)



Era presto... schifosamente presto o dannatamente tardi per qualsiasi anima sana di mente, che solitamente passa le nottate riposando. Lei non era certo una di queste: a Mirage non interessava riposare se aveva per la testa un'idea, o comunque qualcosa da realizzare.

Il pomeriggio precedente si era fatta prestare da alcuni suoi compagni, addetti ai laboratori, diverse attrezzature avanzate che a lei mancavano per portare a termine il suo nuovo esperimento.

Era stato durante la notte, con il solo silenzio a farle compagnia insieme ad una lanterna, che aveva iniziato a fare esperimenti sull'anello ovoidale del shitodome kanagu. L'aveva svuotato completamente, togliendolo dalla tsuka della zanpakuto; era stato quasi doloroso per lei metter mano alla sua preziosa lama, unica cosa a cui teneva in quel dannato mondo.

Aveva lavorato a diverse modifiche ad una scheda cibernetica, piena di fili colorati e cip argentei, trafficando con saldatori, pinze e morsetti. Ciò che in quel momento stava nascendo sotto le dita appuntite e sottili era un particolare congegno di immagazzinazione di informazioni, utile in battaglia come nella vita comune.

Il chiarore dell'alba prese a dissolvere le tenebre e l'oscuro manto della notte che aveva avvolto il cielo. E fu in quel momento, quando il sole riprese a levarsi sulla Soul Society, che Mirage posò finalmente gli strumenti sul piano di lavoro, accanto alla circolare protezione della tsuka ricolma di sottili schede cibernetiche e fili... terminata.

Eppure Mirage non aveva ancora terminato: mancava un dispositivo che le comunicasse in tempo reale le informazioni estrappolate dal congegno. Ma dove mettere un un tale arnese? L'unica risposta che le veniva in mente era di chiedere al capitano... sarebbe stato 'felice' di sapere che avrebbe potuto sezionarla.

Sbadiglio sonoramente, le orecchie celesti rivolte all'indietro, schiacciate contro il capo tra i capelli neri. A quello ci avrebbe pensato una volta riposato.
 
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AliceTheBest
view post Posted on 29/6/2011, 19:36




PNG Kurotshuchi Mayuri, Capitano 12 Divisione.

Stavo analizzando una nuova specie di hollow nel mio laboratorio. I nuovi dati erano molto buoni ed ero quasi arrivato ad avere una cavia di questi nuovi hollow appena comparsi nella Soul Society. la scrivania del laboratorio era piena di strumenti e tutti quegli sfaticati non si degnavano di mettere a posto. Così mandai tutti in pausa, cosa strana da parte mia, e sistemai un po' le cose. nonostante io sembrassi una persona completamente disordinata, volevo ordine quando si trattava di lavorare su cose importanti.

Proprio qualche secondo prima che finissi di sistemare arrivò una giovane recluta della mia Divisione e mi disse che la ragazza volpe voleva vedermi con abbastanza urgenza. *Chissà perchè chiamare proprio un capitano. Non si può arrangiare da sola?* Pensai. In fondo non sembrava avere problemi ad arrangiarsi da quello che mi era sembrato dal giorno precedente, quando le feci il primo addestramento.

Nemu? NEMU?!

Gridai sbattendo le mani sulla scrivania. Niente. Nemu era scomparsa.

Me la pagherà quella ragazzina!

Dissi stringendo i pugni. Se ci fosse stata avrei mandato lei da...Non mi ricordavo come si chiamava. Comunque dovevo andare io. portai alcuni oggetti con me, che potevano servirmi in caso alla ragazza servisse qualcosa di quel genere. portai degli anestetizzanti, delle pinzette, delle carte, delle boccette...Un po' di materiale secondo me utile. Così mi avviai.

Dopo una piccola passeggiata per il Seireitei arrivai agli alloggi della 12 divisione. Ogni persona che mi vedeva si chinava a salutarmi. *Tsk, leccapiedi* pensai.

Così arrivai davanti alla porta della stanza della ragazza volpe. Bussai ed entrai senza chiedere permesso. Lei era lì che mi aspettava vicino a degli oggetti che sembrava aver creato e ad una lampada ancora accesa nonostante fosse mattina.

Che cosa vuoi?


le chiesi con aria un po' seccata per avermi disturbato durante le mie ricerche e ad un'ora del genere.
 
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view post Posted on 30/6/2011, 22:52
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Aveva lavorato ininterrottamente, si era data incredibilmente da fare per poter portare a termine quel progetto. Erano anni che le frullava per la mente: nei giorni passati all'accademia, lei aveva iniziato a progettare quel sofisticato cervello, fatto prove e stilato infiniti rapporti su danni, posizioni e strutture. Alla fine era stata terribilmente fortunata ad entrare nella Squadra di Sviluppo Tecnologico, una specie di balzo di qualità, utile per poter portare la sua forza ed intelletto ad un livello molto più alto.

Si sitiracchiò, portanto le braccia verso l'alto in un gesto infantile, gli occhi serrati in due fessure di differente colore. Una volta che riportò la sua attenzione sul tavolo capì che presto il suo nuovo cervello non sarebbe più stato un vano sogno chimerico: davanti a lei lo shitodome kanagu, la memoria cibernetica e il microcip scintillavano di riverberi freddi sotto la pallida luce della lampa.

Non a lungo potè rimirar il suo operato e crogiolarsi nel tiepido orgoglio di chi si fa da se, in quanto un orecchio puntuto ed animalesco scatto in direzione della porta alle sue spalle: un rumore di geta, spinti con una leggera irritazione sul pavimento ligneo, la distrassero dal suo lavoro compiuto. Rimase in ascolto sin quando un sonoro bussare, seguito dall'entrata in scena di colui che aspettava, non interruppe il filo dei suoi stanchi pensieri.

La frase alterata e poco cordiale che le rivolse il capitano non la toccò nemmeno: era pur sempre uno Shinigami di alto livello, e dover avere a che fare per due giorni di fila con la stessa novellina non doveva esser certo un piacere. Cosa che a lei, subdolamente, dava una scarica di soddisfazione lungo la schiena.

Si volse di un tre quarti, rimanendo seduta alla sua postazione, rivolgendo un cordiale mezzo inchino ed un sorriso schifosamente innocente.

"Konnichiwa, taisho." iniziò ella, sapendo già dove voleva andare a parare "Ho richiesto il suo intervento per una questione della massima urgenza. Le parlo da studioso a studioso... e troverà questa mia proposta terribilmente allettante. Se me ne darà la possibilità desidero che lei esegua alcuni delicati interventi sulla mia persona, uno alla base del cranio ed uno nell'occhio sinistro."



Con mosse accurate, tipiche di chi tiene molto a qualcosa, raccolse e vagliò determinati fogli e plichi che porse con umiltà al capitano sulla soglia della sua camera. Nel blocco di carte si poteva leggere di studi condotti dalla Shinigami su se stessa: vi era un sezionamento dell'occhio e della calotta cranica, con appunti riguardanti le procedure per l'inserimento dei vari congegni, attia a non danneggiare i preziosi organi. Calcoli matematici, probabilità e miriadi di appunti erano stilati sui fogli.

Mirage si sollevò e porse un cuscino al comandante, atto a farlo stare comodo nella lettura di quel discreto blocco di informazioni. Non si fidava molto del capitano, come estraneo, ma al momento era l'unica persona più vicina a lei per permettersi di aprirla in due come un frutto maturo. Se avesse potuto avrebbe fatto ella stessa le adeguate modifiche sul suo corpo, ma le era impossibile operare il cervello senza guardare.
 
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AliceTheBest
view post Posted on 2/7/2011, 10:20




Stavo aspettando una risposta dalla ragazza di cui non ricordavo più il nome, non che la cosa mi interessasse particolarmente. Aveva creato un oggetto molto particolare, degno di uno shinigami della dodicesima divisione. Era interessante scoprire che non erano tutti scansafatiche e divoratori di libri nella mia brigata. Esaminai l'oggetto creato dalla giovane recluta; una recluta non dovrebbe saper fare queste cose e pensavo che si fosse fatta aiutare da qualcuno. Comunque la cosa non mi toccava particolarmente.

Anche io avevo una cosa simile impiantata nel corpo: immagazzinavo informazioni e il cip installato mi faceva arrivare impulsi nervosi in tutto il corpo. Era un'ottima cosa per studiare persone, oggenti, animali, piante...Dava informazioni di ogni tipo e anche complete.

Senza stupore la ragazza-volpe disse che voleva farsi aprire in due praticamente. Era normale, per un oggetto di quel tipo bisognava fare un'operazione del genere. Mi ricordo che io me l'ero fatta da solo, allo specchio. Mi ero squartato il corpo per fare tutti i miei esperimenti e con un eccellente successo. Di certo per una recluta non era il caso fare queste cose da sola, soprattutto per una che non conosceva nessuno e non aveva nessuno che potesse assisterla in caso di danneggiamento delle funzioni cerebrali.

So perfettamente cosa vuoi farmi fare e non ho bisogno di una squadra medica per farlo.

Dissi mentre guardavo i fogli del progetto che mi aveva passato. Voleva forse sembrare una rassicurazione quello che avevo appena detto? Una cosa così poco pericolosa e che conoscevo bene, che non c'era nemmeno bisogno di una squadra medica per effettuare l'intervento. Non era certo da me, e probabilmente non era stata mia intenzione. La gentilezza non era nel mio DNA.

Ho portato giusto l'occorrente.

Dissi mentre tiravo fuori strani attrezzi dalle mie tasche. La maggior parte li avevo inventati io e quindi sapevo bene che la loro funzionalità era del 100% e non avrei avuto problemi. Uccidere uno shinigami purtroppo non era possibile, quindi non potevo rischiare. Inoltre, anche se non sembrava, era un'operazione abbastanza delicata, e ci avrei messo un po'.

Quando sei pronta, siediti che cominciamo.

Dissi con tono secco. Poi attesi che la ragazza facesse qualcosa e accettai il cuscino che mi stava porgendo. Mi sedetti in un angolo abbastanza luminoso.

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OPERAZIONE AVVENUTA CON SUCCESSO.

Mirage si ritrova solo una piccola cicatrice alla base del cranio.

ACQUISITO OGGETTO N' 1:
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