INVASIONE DELLA SOUL SOCIETY- SOPRAVVIVERE PER AMORE, Apache vs angel endless

Non era stato molto saggio gridare contro un arrancar in quel modo, ma mi aveva proprio fatta arrabbiare! Potevo essere la persona più dolce e calma di questo mondo, ma i miei amici, i miei compagni, non si dovevano toccare. Mi prese ancora di più la rabbia quando guardai di nuovo i miei compagni, trucidati, per terra, che ricoprivano quel lucente pavimento bianco, di un rosso sangue che si seccava subito sotto il sole cocente di quella giornata.

Chiusi gli occhi forte, mentre sentivo le parole di quella ragazza che mi parlava come se noi fossimo delle merde. Non aveva il diritto di dire una cosa del genere! La 4° era una divisione come le altre, se non ci fosse stata chi avrebbe curato i feriti in guerra? Non potevo permetterle di dire ancora qualcosa. Così, senza aspettare che finisse la frase che stava dicendo, insultando tutta la mia divisione, grida:

TACI! STA ZITTA!

Gridai guardandola dritta negli occhi. Non potevo sopportare quello che stava facendo.
Lei si girò completamente verso di me, credendo che io non sarei riuscita a fermarla. Beh, ce la dovevo fare! Dovevo impegnarmi al massimo per ammazzarla, e vendicare, almeno in parte, tutti i morti e la strage che aveva fatto questa bestia. Una persona del genere non poteva restare in vita, e avrei usato qualunque mezzo per fermarla.

Intanto, quell’arrancar stava facendo roteare il braccio. Aveva un braccialetto attaccato e non capivo se fosse un’arma o una cosa del genere. Rimasi concentrata, cercando di trasformare la mia rabbia in una qualche forma di forza, anche mentale. Non potevo abbassarmi ai livelli di questa tipa, né tantomeno farmi ammazzare al primo colpo. Dovevo riuscire a tenerle testa in questa sua forma senza utilizzare il mio shikai. Magari avrei cominciato con qualche kido, o cose del genere, ma intanto dovevo aspettare che facesse una qualche mossa.

La fissavo, scrutavo ogni suo piccolo movimento, quando il bracciale che roteava sul suo polso, si staccò. A gran velocità si diresse verso di me. *Lo sapevo che era una cazzo di arma* pensai mentre guardavo quel bracciale con delle punte affilate che mi stava venendo incontro.

Decisi di usare un bakudo. Era la cosa migliore da fare in quel momento. Così, avendo già le braccia davanti a me con la zampakuto impugnata stretta, grazie alla mia posizione di difesa, dissi semplicemente Bakudo no sanjuukyuu – Enkosen, recitando anche la formula di potenziamento.

Il bracciale della mia avversaria colpì lo scudo che avevo creato, ritornando indietro. Al contatto però si creò una piccola esplosione che mi fece qualche innocua bruciatura sul palmo della mano sinistra, che avevo utilizzato per creare il bakudo, ed ero scivolata indietro per circa una trentina di centimetri.

Ora toccava a me cercare di colpirla. Andare frontalmente sarebbe stata una cosa stupida. Comunque eravamo abbastanza distanti in modo che io potessi recitare un altro kido e cercare di infilzarla con la mia zampakuto. Mi misi quindi a correre verso di lei, abbastanza velocemente ma senza usare lo shunpo.

Dissi Bakudo no juuni – Fushibi, recitando ancora la formula di potenziamento per avere più vantaggio. Ormai ero a pochi metri. Puntai la punta della mia zampakuto verso il suo stomaco e tirai un po’ indietro le braccia per prendere più spinta. Volevo infilzarla.