Narrato
"Parlato"
-Pensato-
"Parlato altrui"
Quella mattina il sole si ergeva brillante nel cielo azzurro della Soul Society. Un raggio dorato attraversava i vetri della finestra nella stanza della nuova, giovane recluta Shizumi.
Era arrivata proprio da poco tempo nella grande organizzazione militare della Soul Society, il Gotei 13, eppure si era già ambientata bene. Fin troppo bene.
Finalmente Kanae si decise ad aprire voluttuosamente gli occhi.
-Hmm... c-che ore sono...?-Raggiunse a tentoni quello che sembrava un orologio appoggiato al piccolo comodino al suo fianco. Ma forse avrebbe preferito non vederlo.
-Che cosaaa? E' già così tardi??-Si fiondò fuori dal comodo letto e si vestì alla velocità della luce, assolutamente sconvolta dall'ora oscena a cui si era svegliata; accidenti a lei, accidenti! Che imbarazzo colossale!
-Oddio, speriamo di non beccare nessuno in giro mentre esco... sarebbe una figuraccia troppo grande da poter sopportare!-Che poi era tutta colpa di quel libro appoggiato sul tavolino, la sera prima aveva fatto tardi, troppo presa dalla lettura... Era deciso, mai più letture alla sera! Finì di rassettare l'alloggio, prese la katana e si decise finalmente ad uscire.
Riuscì ad attraversare indenne la zona degli alloggi, per spuntare nel grande e curatissimo giardino che li circondava. Kanae adorava quel giardino; spesso, la sera, quando tornava all'alloggio, si fermava cinque minuti in quel parco in miniatura, godendosi la brezza fresca e profumata.
Ma quel giorno era già in ritardo, non poteva permettersi altri sbagli, o l'avrebbero cacciata a pedate. Si guardò intorno.
-Vediamo, che potrei fare? Le opzioni sono principalmente due... Potrei andare alla caserma, a farmi assegnare l'ordine del giorno... oppure allenarmi un po', il che potrebbe non essere un'idea stupida. La mia abilità di spadaccina andrebbe giusto migliorata un po'-Decisa a trovare un posto in cui allenarsi, si girò bruscamente; a dir la verità, forse era stata troppo brusca, perchè nel girarsi urtò qualcosa, o qualcuno, che per poco non la mandò in terra. Preoccupatissima per quanto era appena accaduto, scoperto che per un soffio non aveva fatto cadere un'altra persona, si piegò subito in un inchino, il viso arrossato dall'imbarazzo.
"Ah! P-perdonami! Non avevo visto, ti giuro... chiedo scusa..."Concluse, in tono basso e sommesso. Non era proprio la sua giornata quella.